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Caffè Galante, cronaca del 3 Agosto

Sicilia Poetry Bike 2009

Sicilia Poetry Bike 2009

(post pubblicato su Kublai)

Il 3 Agosto è stata una giornata un po’ speciale per il Caffè Galante; è iniziata con la visita di Jo_K(ino), si proprio lui, Giovanni D’Aloia, il mitico progettista del Kinovan, finalista del Kublai Awards 2009, ed autore, lo scorso anno, insieme ad Alberto ed Angelo, del video che Kublai ha dedicato al Caffè Galante e che ad un anno di distanza, quasi in religioso pellegrinaggio, vi ritorna, con fidanzata al seguito (ciao Denise:) ), diretto verso quel di Castellammare del Golfo, per il piacere, totalmente ricambiato, di rincontrare un amico e rivedere, insieme ad una persona cara, un luogo che evidentemente gli è rimasto nel cuore. Fosse solo per le amicizie e le relazioni che ha generato, tra cui quella tra il sottoscritto e Jo_K(ino), di Kublai si potrebbe solo dire bene.
Grazie per la visita Jo e speriamo di rivederci presto 🙂

La giornata è poi continuata con il Sicilia Poetry Bike 2009 che ha visto i due poeti romani Enrico Pietrangeli e Ugo Magnanti declamare versi e raccontarci della loro esperienza ecologico-sportiva e, a loro volta, ascoltare versi e storie, vecchie e nuove (tra cui, molto apprezzata, la testimonianza “contemporanea” di un’altra ospite e kublaiana d’eccezione, scaturita dalla visita compiuta lo scorso 7 Maggio e documentata da impareggiabili immagini) letti da chi era lì ad accoglierli alla fine della loro tappa in bicicletta, iniziata in mattinata a Milazzo e conclusasi al Caffè Galante.

Nella giornata precedente un altro duplice evento si era svolto: la mostra degli scritti originali di un poeta pattese di fine Ottocento e la presentazione di un libro da parte di un eremita ortodosso messinese che ci ha letteralmente rapiti nel raccontarci, da un punto di vista cui non siamo abituati, la storia del cristianesimo italo-greco (bizantino) nell’Italia meridionale ed in Sicilia prima della latinizzazione operata dai normanni tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo.

Il Caffè Galante non è ancora tornato ad essere un vero e proprio caffè (letterario) e non è ancora tornato ad essere accessibile tutti i giorni, ma scalcia ed è alla ricerca di quegli strumenti che permettano al progetto di andare avanti.

Infine, un caloroso benvenuto ai nuovi supporters del progetto, grazie 🙂

Beniamino Joppolo nella mostra al Palazzo Reale di Milano

Pubblicato originariamente su Nebros, Anno I, N. 4 – 5, Maggio – Giugno 1985, sez. cultura, pag 4.

Beniamino Joppolo nella mostra al Palazzo Reale di Milano

Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, dal 25 Gennaio al 28 Aprile, le sale del Palazzo Reale di Milano hanno fatto da preziosa cornice ad uno dei più significativi avvenimenti culturali dell’anno ospitati dalla città lombarda: si tratta dell’esposizione dedicata a “Corrente”, movimento di arte e cultura di opposizione che, a partire dal 1930 fino alla Liberazione, raccolse intellettuali e artisti di matrice diversa (cattolici, comunisti, socialisti, liberali) e di diverso tipo (scrittori, poeti, pittori, scultori, saggisti, critici) che, attraverso una progressiva presa di coscienza, giunsero a militare attivamente nelle fila dell’antifascismo, prima, e della Resistenza, dopo, pagando anche col carcere o la morte, la loro coerenza di pensiero e azione.

Ernesto Treccani - Ritratto di Beniamino Joppolo (1941)

Ernesto Treccani – Ritratto di Beniamino Joppolo (1941)

La mostra che si è tenuta a Milano ha fornito un’importante testimonianza, grazie all’esposizione di trecento opere, della genialità artistica di pittori e scultori che fecero parte di “Corrente” e ha permesso di cogliere, mediante un sintetico ma denso profilo storico, ampiamente corredato da immagini e documenti scritti, lo sviluppo e l’attività del movimento. Essa acquistò organicità e maggiore consistenza a partire dal 1938 con l’inizio delle pubblicazioni di un quindicinale e, dopo la soppressione, nel 1940, del giornale da parte delle autorità del regime, con l’apertura di due gallerie d’arte e di una piccola casa editrice. Il giornale raccolse e organizzò tutte quelle spinte culturali di opposizione provenienti dalla parte più viva e sensibile della cultura di quegli anni che già premevano sia a Milano che nel resto d’Italia. L’esposizione testimonia ampiamente quanto massiccia fu la presenza di genialità della nostra isola all’interno del movimento (Quasimodo, Vittorini, Guttuso, Migneco, sono soltanto i nomi più noti) e, per quello che ci riguarda ancora più da vicino, del contributo del pattese Beniamino Joppolo. Sui primi numeri del giornale, fondato nel Gennaio del 1938 da Ernesto Treccani (da cui Joppolo, con evidente manifestazione di amicizia e stima, sarà ritratto nel 1941) comparivano già i nomi di Carlo Bo, Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Ungaretti, Carlo Carrà e già nel Febbraio dell’anno successivo si ebbero le prime pesanti reazioni da parte della stampa fascista ad un editoriale di Treccani. Ma fu a partire dallo stesso anno di fondazione che la stampa di regime manifestò apertamente tutta la sua avversione per le tendenze artistiche e letterarie che trovavano spazio all’interno del movimento che attraverso il suo giornale proponeva oltre a pittori come Guttuso, Birolli, Sassu, Migneco, Badodi, Morlotti, Cassinari e Vedova, poeti come Quasimodo e Gatto e scrittori come Vittorini e Joppolo anche grandi uomini della cultura europea: Eliot, Lorca, Jimenez, Kafka, Sartre, Picasso, Heidegger, Matisse.

Fervida fu l’attività all’interno del movimento. Nel Marzo del 1939 si tenne nel Palazzo della Permanente di Milano la prima mostra organizzata da “Corrente”, cui venne dedicato interamente un numero del giornale con funzione di catalogo. In questa circostanza Joppolo presentò la pittura, ancora vangoghiana, di Giuseppe Migneco. Nel Maggio del 1940, come già detto, le pubblicazioni del giornale cessarono. Joppolo fu assiduamente presente durante i tre anni di pubblicazione sulle colonne del giornale con articoli che testimoniano il suo estremo interesse per la pittura e non solo quella di Migneco e Badodi; tra i fogli esposti a Palazzo Reale compaiono i due articoli: “Il problema Carrà” e “Il pittore Valenti”. Conclusasi per imposizione esterna l’esperienza del giornale, l’attività del movimento proseguì ugualmente con l’apertura di una galleria: “La Bottega di Corrente” e di una piccola casa editrice cui si deve la pubblicazione di due prestigiose traduzioni: i “Lirici greci” di Salvatore Quasimodo e i “Lirici spagnoli” di Carlo Bo. Nella collana teatrale venne anche pubblicata nel 1941, “L’ultima stazione” di Beniamino Joppolo con una nota introduttiva di Paolo Grassi che pure la rappresentò alla Triennale di Milano che si tenne nello stesso anno. Negli anni successivi, con l’avanzare della guerra e il sorgere della Resistenza il gruppo cominciò a disperdersi, essendo alcuni dei suoi componenti costretti all’esilio ed essendo altri entrati nella clandestinità (Joppolo fu tra quest’ultimi). La partecipazione alla Resistenza fu lo sbocco naturale di tutti coloro che si erano riconosciuti in “Corrente” e che in tal modo accrebbero il loro impegno civile espresso dai poeti e dagli artisti anche attraverso le loro opere; valgano per tutte “Alle fronde dei salici” di Quasimodo e “I martiri di Piazzale Loreto” di Sassu.

Tra gli intellettuali di “Corrente” che parteciparono alla lotta armata ci furono arresti, deportazioni, caduti. Quelli che rimasero si ritrovarono alla fine della guerra e si profusero nelle diverse e impegnative attività politiche ma pensarono anche a creare nuovi giornali e riviste di cultura. Tuttavia erano mutate ormai le situazioni sia politiche che culturali e le componenti diverse che avevano agito in “Corrente” tendevano ora ad allontanarsi e ad acquistare una propria fisionomia sempre più distinta col passare del tempo. Per quanto riguarda il nostro Joppolo, in una foto del 1948, visibile a Palazzo Reale, lo ritroviamo ancora insieme a Birolli, Morosini, Migneco e Sereni ma anch’egli nel 1954 lascerà Milano per trasferirsi definitivamente a Parigi dove morirà nel 1963. Di “Corrente” ci rimane insieme alle opere e ai fatti che questo movimento fu in grado di produrre, la fondamentale e intramontabile lezione di comportamento che quegli uomini di cultura ebbero di fronte al fascismo e alla mediocrità culturale.

Nino Galante